Nel corso della mia carriera ho sviluppato diverse idee nuove. Vengono qui presentate in ordine cronologico.
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Coscienza, comportamento e l’ipotesi della differenziazione. I concetti di “coscienza” e “comportamento” riguardano processi che si svolgono nel tempo. Al concetto di “flusso della coscienza” può essere assimilato un nuovo concetto: il “flusso del comportamento” (Greco, 1979a). L’idea da me proposta è che tra la coscienza (intesa come consapevolezza) e il comportamento (incluso il linguaggio) ci sia un continuum, perché prima di dire o fare qualcosa dobbiamo avere un contenuto mentale che lo anticipa (“sapere” cosa vogliamo dire o fare, cosa stiamo per dire o fare) e questo processo è simile alla differenziazione della cellula in embriologia (Greco, 1979b). Tuttavia non sempre siamo pienamente consapevoli di ciò che diremo o faremo, e per questo ritengo che, come detto sopra, trattandosi di processi che si svolgono nel tempo, si debba distinguere il momento iniziale informe da quello in cui il pensiero/azione ha preso forma (si è sviluppato, si è “differenziato”). Di qui l’importanza del linguaggio per se stessi (Greco, 1980).
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Linguaggio per se stessi e linguaggio per gli altri. Lo studio del linguaggio per se stessi mi ha portato a individuare alcune caratteristichegrammaticali che rendono diverso questo linguaggio rispetto a quello destinato agli altri (Greco, 1992).
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Metodologia della simulazione in psicologia. Sono stato il primo in Italia a pubblicare un volume sulla metodologia della simulazione in psicologia (Greco, 1988), recentemente aggiornato sui sistemi e modelli cognitivi (Greco, 2011b). Questi lavori sono stati totalmente ignorati.
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Uso di modelli in psicologia (Greco, 1994a). Ho analizzato i vari sensi in cui si usano modelli in psicologia e ho proposto che possono essere confrontati ed eventualmente integrati solo modelli che abbiano gli stessi oggetti (cioè riguardino le stesse funzioni psicologiche).
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Il concetto di rappresentazione in psicologia (Greco, 1995a, 1997b). E’ uno dei lavori più importanti ma meno compresi. Innanzitutto distinguo tra il processo del rappresentare e ciò che è rappresentato. Il processo del rappresentare di cui parlo non consiste nel gestire le rappresentazioni esistenti ma nel costruirle, crearle. Poi chiarisco in che modo porre “rappresentazioni” tra lo stimolo e la risposta può servire a spiegare. Funziona in due modi: nel caso delle rappresentazioni simboliche le spiegazioni derivano dall’interpretazione dei simboli, nel caso delle rappresentazioninonsimboliche dalla mera esistenza di rappresentazioni. Il contributo più innovativo riguarda l’individuazione di diverse funzioni della rappresentazione: di sostituzione (riattivare contenuti passati non più presenti o anticipare contenuti futuri non ancora presenti) e di corrispondenza(cambiamento di stato interno corrispondente a cambiamento di stato esterno). Nell’aggiornamento (in italiano) del 1997 ho descritto queste funzioni ancora più in dettaglio ed ho proposto la mia idea del passaggio dalla funzione di corrispondenza a quella simbolica di sostituzione attraverso la simulazione del symbol grounding. Ho contribuito anche a una discussione su che cosa possano spiegare le reti neurali (Greco, 1997c).
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Naturale corollario dello studio sul concetto di rappresentazione è il lavoro sulle rappresentazioni iconiche e proposizionali. La mia ricerca empirica (Greco, Costagliola Greco, 2008), non del tutto portata a compimento, ha mostrato come diverse situazioni concettuali descritte a parole possano essere tradotte in formato iconico. C’è poi la ricerca (non pubblicata) sui diversi formati delle istruzioni diagrammatiche. Ho potuto osservare tre tipi di descrizioni diagrammatiche: cronologica (pezzi disposti dall’alto verso il basso, come in un testo), spaziale semplice (disposizione topologica), mista. Questa ricerca dovrebbe essere completata.
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La ricerca sul symbol grounding (Greco e Cangelosi, 1997; Greco e Cangelosi 1999; Cangelosi Greco Harnad, 2000, 2002; Greco Cangelosi Riga, 2004 ) è quella più di punta perché è stata fatta in collaborazione con Harnad e Cangelosi. La simulazione con reti neurali per me serviva per studiare come si possa passare dalla rappresentazione non simbolica a quella simbolica.
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La deprivazione semantica (Greco, 1997a). Ho inventato questo concetto come un calco della deprivazione sensoriale. L’idea dell’esperimento fatto con Siri e Spinelli era di porre dei soggetti in una situazione in cui si ribalta la condizione standard che prevede di fornire istruzioni il più possibile chiare ai partecipanti. L’esperimento consisteva nel porre i partecipanti in una situazione con stimoli privi di senso (deprivazione semantica) ma di convincere alcuni di loro di poter dare un senso a tali stimoli.
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Cognitivismo e scienze cognitive. Il sistema meta-teorico. Il mio contributo al dibattito sulle scienze cognitive parte dalla disamina teorica sul cognitivismo e sul post-cognitivismo, recentemente aggiornato (Greco, 1995b, 2011a) Ho sostenuto prima di tutto che non sia possibile una unificazione delle varie scienze cognitive in una singola “scienza cognitiva”. La mia fondamentale e originale proposta di un sistema meta-teoretico(Greco, 2004, 2006, 2012, 2019) consiste nell’usare alcuni concetti della teoria dei sistemi (stato, evento), in unione con il concetto di flusso, per rappresentare – in una sorta di parallelismo psicofisico allargato – come i concetti teorici delle varie discipline possano descrivere in modo diverso fatti che possono essere messi in corrispondenza nello svolgersi temporale dei processi.
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Il modello OACT. Nell’ambito di una collaborazione europea, ho sviluppato un progetto di un sistema robotico per l’assistenza agli anziani (IM4U) da cui ho tratto un modello (OACT, Greco, 2015), proposto per una nuova metodologia sperimentale e simulativa. L’idea è essenzialmente quella dell’applicazione provvisoria (formulazione di ipotesi) e revisione dinamica di modelli teorici sulla base dell’interazione con il continuo flusso di dati empirici ricavabili automaticamente in uno smart space. La parte riguardante la formalizzazione teorica si basa su una analisi operazionale delle teorie, la creazione di appropriate ontologie riguardanti le situazioni e i modelli degli utenti. Da questa parte formale si svilupperebbero ipotesi specifiche che sarebbero continuamente e dinamicamente sottoposte a verifica empirica.
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Linguaggio e azione. Sono stato molto interessato alla relazione tra linguaggio e azione. Ho innanzitutto (Greco e Caneva, 2005) studiato se la rappresentazione dei gesti abbia natura olistica o composizionale: per fare ciò ho creato un paradigma in cui ho associato parole senza senso con pattern sensomotori. In una prima indagine, c'era una condizione (composizionale) in cui una frase era composta di tre parole senza senso e ciascuna di queste parole veniva associata con un aspetto di un pattern motorio (azione compiuta, parte del corpo, lato del corpo: es. battere il pugno sinistro) e un'altra condizione (olistica) in cui l'intero pattern veniva associato con un'unica parola. Il risultato di quegli esperimenti sembrava dare sostegno all'ipotesi di una rappresentazione olistica. Una successiva ricerca (Greco e Caneva, 2010), compiuta in modo simile ma con pattern motori più arbitrari, ha invece mostrato un vantaggio nella condizione composizionale, ma solo quando la caratteristica rilevante per la composizione (in questo caso la posizione della mano) era facilmente discriminabile e critica per distinguere tra i diversi pattern motori. Questo risultato sembra supportare dunque l'idea che la discriminazione sensomotoria sia un passo preliminare per la composizione. Tale conclusione è stata supportata da un nuovo esperimento (Greco e Carrea, 2012a, 2012b) compiuto mettendo a confronto stimoli difficilmente e facilmente discriminabili (integrali e separabili).
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Embodiment delle azioni. Ho tentato di replicare l’effetto ACE (Action-Sentence Compatibility Effect), un famoso effetto secondo il quale nella comprensione del linguaggio eseguiamo una simulazione interna dell'azione descritta. Questo effetto è stato generalmente riscontrato richiedendo ai partecipanti di compiere qualche movimento fisico, per esempio di un braccio. In questi esperimenti (Greco, 2021), ho richiesto ai partecipanti di rispondere utilizzando un mouse, al fine di distinguere gli aspetti spaziali e motori coinvolti in questo fenomeno. In sei esperimenti l'effetto originale non è mai stato replicato, ma questo lavoro potrebbe dare nuovi contributi. Uno ha evidenziato una possibile confusione di pratica e compatibilità, perché le differenze nei tempi di reazione potrebbero provenire simultaneamente da un ordine di presentazione invertito e da condizioni di movimento opposte. Un'altra innovazione è stata, in contrasto con il solito paradigma, l'inclusione nell'analisi delle frasi filler che non riguardavano movimento. I risultati hanno sostenuto la natura motoria, non spaziale, dell'ACE, ma è stata trovata una sorprendente consapevolezza dei partecipanti del fatto che alcuni stimoli coinvolgevano il movimento.
Assieme all’allieva Stefania Moretti, ho poi creato un nuovo paradigma per studiare possibili effetti di embodiment di frasi che esprimono contenuti veri o falsi con i movimenti della testa per dire di sì e di no. Questa ricerca ha mostrato che tali effetti esistono, sia per la valutazione di contenuti veri oggettivamente che soggettivamente (preferenze)(Moretti e Greco, 2018; Moretti e Greco, 2020). Inoltre abbiamo ripetuto la ricerca in Bulgaria, perchè i bulgari muovono la testa in maniera opposta a noi per affermare o negare. In collaborazione con Elena Andonova dell’Università di Sofia e Asenia Giatzidou sua collaboratrice, si è trovato (Moretti, Greco, Andonova, Giagtzidou, 2019) che l’effetto può verificarsi invertito anche con i soggetti bulgari, almeno nelle fasi precoci di elaborazione.
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Categorizzazione. Nel dibattito sui modelli classici della categorizzazione (regole, prototipi, esempi) ho sostenuto la tesi secondo la quale questi modelli non sono alternativi ma spiegano aspetti diversi di questo processo. Ho mostrato che possono essere favorite modalità di categorizzazione diverse (per somiglianza, per attributi e per prototipi) attraverso l’opportuna manipolazione degli stimoli da categorizzare. (Greco, 1997d). In una recente pubblicazione con l'allieva Moretti (Greco e Moretti, 2017) ho studiato le modalità di categorizzazione analitica e olistica, introducendo un paradigma in cui all'inizio si presentano degli esempi biased (in cui sono rese salienti caratteristiche non rilevanti) che poi vengono progressivamente eliminati. Inoltre ho creato un nuovo metodo di analisi del processo di categorizzazione, l'Active Feature Composition Task, che sostituisce il tradizionale compito di classificazione con un compito in cui si richiede di "costruire" attivamente gli esempi da testare combinandone le caratteristiche.
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Lavori con allievi. Ho seguito e incoraggiato la ricerca sulle presupposizioni (con Domaneschi e Carrea: Domaneschi et al. 2014, 2016).
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Contributi minori:
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Il concetto di “duplicità del sé” (Greco, 1981), in cui spiego la nascita del “doppio”, esemplificato in letteratura, come espressione degli aspetti automatici e non controllabili del proprio sé.
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Il controllo attivo dello stimolo (Greco, 1982): in questo lavoro ho mostrato che avere la possibilità di scegliere il materiale da ricordare o da categorizzare, piuttosto che riceverlo, facilita nel caso di apprendimento di coppie associate ma sembra ostacolare nella categorizzazione.
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Gli “errori” riscontrati nella psicologia del senso comune dipendono spesso dal modo in cui i problemi vengono posti. Ad esempio nel problema della tripletta 2-4-6 vengono comunicate più informazioni del necessario (Greco, 1989, 1991, 1998).
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Uso di schemi specializzati per spiegare le modalità e le difficoltà che sono riscontrate nella comprensione di concetti scolastici, in particolare matematici e scientifici (Greco, 1994b; Greco e Buscaglia, 2006).
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Lavoro interdisciplinare (con linguisti e neuroscienziati) che mostra che è possibile l’acquisizione di una seconda lingua a un’età adulta con una proficiency paragonabile a quella di chi l’apprende come prima lingua (DeCarli et al., 2014).
Bibliografia
(L'elenco completo delle pubblicazioni si trova qui: Full paper list)
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De Carli F., Dessi B., Mariani M., Girtler N., Greco A. , Rodriguez G., Salmon L., Morelli M. (2014) Language usage affects proficiency in Italian-Spanish bilinguals irrespective of age of second language acquisition. Bilingualism: Language and Cognition. DOI: 10.1017/S1366728914000054.
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